I gendarmi mi hanno preso per strada davanti
alla vetrina dove era esposto anche il mio primo
libro di poesie, mi hanno portato in un manicomio
sotto pretesto di avere l’intenzione di sparare al re,
avevo fatto domanda di una rendita vitalizia,
da dieci anni nessuno mi ha dato nessun centesimo,
a nessuno importava di ciò che un poeta moriva
di fame, mi hanno licenziato dalla redazione
del giornale, sono stufo di polenta, da dieci anni
ho mangiato solo polenta ed a volte mi bagnavo
la gola con un bicchiere d’alcol denaturato,
all’ospedale psichiatrico mi hanno accusato
d’essere maniaco d’aver sifilide e d’essere
pieno di foruncoloni di ulcere, mi hanno legato
e ficcavano mercurio in me con il cucchiaio,
la dose avrebbe abbattuto anche un elefante
nella cella mi immergevano in una botte
con acqua caldissima, allora una lingua ignota
suonava nella mia testa ma il mercurio non
mi ha abbattuto, alcuni venivano a vedermi
come un animale favoloso ed io pronunciavo
sillabe da quella lingua, i miei capelli erano
caduti, sembravo un fantasma mostruoso.
Ma non avevano la pazienza di vedermi morto
un giorno l’uno con la nuca di porco venendo
da dietro ha picchiato un chiodo arrugginito
sulla mia testa con un mattone dalla ferita la testa
si è gonfiata, protestavo, mi legavano e mi
colpivano alla testa con la mazza “Colpiscilo,
colpiscilo!” gridavano i pazzi ‒ non avevo
nessuna corda per impiccarmi, urlavo di fame,
urlavo dall’inferno più profondo: “Lasciatemi
morire, vieni morte con l'argento vivo nelle tasche!”
E la piccola morte ancora non veniva, ma io sono
“immortale e freddo”, ecco la ragione per la quale
dico: “Non credo né in Geova né in Buddha Sakya
Muni e mi sto oscurando...” Povero poeta, un tale
volto deformato, un tale modo d’enunciare
non ho mai immaginato. Con gli occhi pieni
di malinconia Eminescu guarda al di là delle
acque dello specchio, distingue una via stretta
che porta ad un'isola bianca come la neve.
LEGGETE IL MIO LIBRO MESSE SECOLARE. ECCO IL LINK https://a.co/d/6QJMFtx
No comments:
Post a Comment